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 Progetto Culturale - Punto di vista - Maestro di fede e di pensiero 

n° 85 - 5 marzo 2013


Maestro di fede e di pensiero
 

di S. E. Card. Angelo Bagnasco

Per capire la questione

Dopo l’inattesa rinuncia di Benedetto XVI che ha commosso la Chiesa e il mondo, affiorano d’impulso ricordi e sentimenti. Anche nel mio animo si affollano pensieri e immagini, gesti e parole che hanno segnato il mio servizio alla Chiesa e, innanzitutto, la mia vita di credente. In quanto cardinale e come presidente della CEI, ho avuto la grazia e la gioia di poterlo incontrare più volte. Ogni volta, sentivo che il carisma petrino di confermare la fede mi aveva segnato. E quanto più l’attenzione affettuosa sulla Chiesa che è in Italia, e la mitezza della sua parola erano visibili, tanto più la conferma era chiara e vigorosa. Rincuorava il cammino con il calore della sua paternità universale e sollecitava nella verità del Vangelo da vivere con radicalità e da annunciare con gioia.
Se posso osare, mi ha da subito colpito la libertà interiore di quest’uomo venuto dal nord, che Cristo aveva scelto come Successore di Pietro. Una libertà - pensavo - possibile solo quando il cuore batte con quello di Dio e non si ha nulla da affermare di sé. La discrezione del tratto, la naturale riservatezza sembravano il desiderio di distogliere l’attenzione dell’interlocutore dalla sua persona: come un dito puntato su Cristo. L’urgenza di annunciare che Gesù è il Signore della vita e della speranza, infatti, è l’urgenza che ha ispirato tutto il suo pontificato.
L’annuncio in un mondo che cambia vorticosamente, fino a voler ridefinire i fondamenti dell’umano, richiede una fede pensata capace di parlare alla modernità con serena chiarezza. I suoi interventi - dalle omelie ai discorsi, dalle encicliche ai libri - sono un esempio di amore, di lucidità di pensiero e di metodo, a cui guardare come luminoso riferimento per continuare nel dialogo con l’uomo contempo­raneo. Egli è alla ricerca - magari inconscia - del senso ultimo del vivere e delle ragioni del credere con le sue implicazioni morali.
L’emozione con cui viviamo la decisione umile e ferma di Benedetto XVI si associa a un profondo senso di riconoscenza per il suo ministero a servizio della Chiesa e del mondo. Vorremmo che il Santo Padre sentisse ora, più forte che mai, l’abbraccio dei Vescovi italiani. Insieme alle loro comunità, si stringono a lui con affettuosa gratitudine per l’esempio, e per la parola segnata dall’autorità di Pietro e dalla dolcezza di Benedetto.

Per Approfondire

Il fatto

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