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 Progetto Culturale - Punto di vista - Europa, cresce l'intolleranza anticristiana 

n° 97 - 4 giugno 2013


Europa, cresce l'intolleranza anticristiana

Per capire la questione

La libertà religiosa in Europa è sempre più insidiata da una cultura che restringe gli spazi per esprimere pubblicamente la propria fede e i valori che questa ispira. Ne hanno parlato il 10 maggio scorso al Papa i vertici dell’episcopato europeo nella prima udienza in Vaticano di Francesco con la presidenza del Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa (Ccee). Si fa critico anche il rapporto tra laicità e laicismo, senso di Dio e Stato, in un vecchio Continente dove il confronto tra fede e politica rischia di deteriorarsi definitivamente e da dove, di converso, «dalla base, e soprattutto dai giovani», emerge una nuova «coscienza» attraverso iniziative, come la campagna 'Uno di noi', che «non sono promosse dalla Chiesa, ma alle quali la Chiesa guarda con interesse e sostiene, come vanno sostenute le cose buone».
A parlare dell’agenda 2013 sono stati il cardinale Péter Erdo, arcivescovo di Esztergom-Budapest e presidente del Ccee, e i due vice­presidenti, il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana, e monsignor Jozek Michalik, arcivescovo di Przemysl, in Polonia. L’hanno fatto in una conferenza stampa, che ha seguito di pochi minuti l’«incontro stupendo» – così l’ha definito Erdo – che il vertice dei vescovi europei ha avuto con Papa Francesco, il primo dall’inizio del pontificato, durante il quale «il Papa ha dimostrato grande interesse per il lavoro che stiamo facendo. Gli abbiamo presentato le attività del Ccee appena svolte e quelle in calendario, e i temi più rilevanti che stiamo affrontando su scala europea». Scopo dell’incontro, illustrare al Pontefice – «che ha ascoltato tutto con grande attenzione per oltre un’ora» – il calendario delle iniziative del Consiglio delle Chiese d’Europa, a iniziare dal seminario sulla libertà religiosa, organizzato d’intesa con il Patriarcato ecumenico di Costantinopoli, a Istanbul dal 16 al 18 maggio maggio prossimi, e durante il quale saranno poste sotto la lente d’ingrandimento «non solamente le situazioni che purtroppo tutti ben conosciamo», come il Medio Oriente, la Siria, l’Egitto, ma anche «le realtà in cui le religioni sono oggetto di discriminazione in Europa», ha aggiunto Erdo, precisando che la cosa «non riguarda solo le confessioni cristiane, ma anche l’ebraismo e l’islam». Realtà, ha sottolineato, rispetto alle quali occorre sollecitare una maggiore sensibilità: «Se necessario, siamo pronti a scendere in piazza per difendere i diritti fondamentali della democrazia». Con Papa Francesco s’è quindi anche parlato della prossima assemblea plenaria dei vescovi del Ccee, dal 3 al 6 ottobre a Bratislava, e che si svolgerà sul tema «Dio e lo Stato. Tra laicità e laicismo». Su questo punto, e più in generale sul rapporto tra fede e politica, Erdo ha segnalato le molteplici sfide poste oggi alla presenza dei credenti nel vecchio continente, in particolare le «minacce per via legislativa» alla libertà di credo. Di qui l’«apprezzamento» e il «sostegno» a quelle iniziative, come la campagna “Uno di noi” – per la quale è in corso in tutta Europa la raccolta di firme – o le veglie in difesa della famiglia naturale che dalla Francia si stanno diffondendo in tutta Europa.
«Si tratta – ha detto il cardinale Bagnasco – di difendere la vita in tutte le sue fasi ed espressioni» e in questa direzione «emerge un richiamo alla coscienza umana, non solo cattolica e non solo cristiana». Significativo, per il vicepresidente del Ccee, è in particolare il «risveglio dei giovani, che rispetto agli adulti sono più liberi da schemi ideologici, sono più disponibili a cambiare opinione. Direi inoltre che sono più liberi verso la trascendenza», e questa «è una positiva premessa per l’Europa futura, che oggi fatica a trovare la sua anima più vera». L’incontro col Papa s’è concluso con la consegna a Francesco del dono del Ccee, un’icona «che rappresenta la Vergine Maria con il bambino – ha spiegato Erdo – accanto ai quali sono raffigurati i sei santi patroni d’Europa (Cirillo, Metodio, Benedetto, Caterina da Siena, Brigida di Svezia ed Edith Stein; ndr ). Essi rappresentano le diversità di cui si compone» il continente. «Si tratta – ha concluso il cardinale ungherese – anche oggi di identità differenti che, prese insieme, costituiscono l’identità europea. L’Europa unita infatti si costruisce non già trascurando o negando le specificità nazionali, ma riconciliando le diversità in un’identità superiore e comune».
Salvatore Mazza

Per Approfondire

Il fatto

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