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 Progetto Culturale - Punto di vista - La festa della scuola italiana 

n° 136 - 6 maggio 2014

La festa della scuola italiana

 

Per capire la questione    

Mobiltazione, consapevolezza dell’impor­tanza di esserci, e soprattutto tanta atte­sa per le parole del Papa. Il mondo della scuola sta contando i giorni che ancora ci divido­no dall’appuntamento in piazza San Pietro, saba­to prossimo. Grande fermento e macchina orga­nizzativa a pieno regime. E anche il mondo della scuola cattolica, attraverso tutte le sue associazio­ni si prepara all’incontro. 

«Saremo in piazza anche con oltre 15mila bambi­ni della nostre materne» fa sapere Luigi Morgano, segretario nazionale della Federazione delle scuo­le materne di ispirazione cristiana ( Fism). «Chi co­me noi ha fatto la scelta dell’educazione non può non essere presente in piazza San Pietro, anche per difendere un patrimonio che è indispensabile a questo Paese, visto che ci sono un centinaio di no­stri istituti che sono sorti ancora prima dell’Unità d’Italia». Concorda sull’aspetto «strategico per il Paese» il presidente nazio­nale della Federa­zione degli istituti di attività educati­ve ( Fidae ) don Francesco Macrì. «Questo cammino ha riportato al centro la scuola, che finora è stata trascurata nono­stante proclami e riforme, che non hanno avuto so­stegni per diven­tare reali». Il cam­mino fatto finora in preparazione alla manifesta­zione di sabato «è almeno servito per dare più con­sapevolezza al tema della scuola e dell’educazio­ne, come priorità assoluta per l’Italia».

Insomma un’occasione «per scaldare il cuore di chi lavora nel campo della scuola, statale e paritaria» commenta Giovanni De Marchi presidente nazio­nale dell’Associazione famiglia e scuola ( Faes). «U­no scaldare che serve a un mondo che fa tanta fa­tica e ha poche soddisfazioni pubbliche, a comin­ciare dagli insegnanti. Penso in particolare a quel­li delle paritarie. L’incontro con il Papa ci auguria­mo ridia slancio ai docenti, agli studenti e alle fa­miglie. Vedersi incoraggiati dal Papa sarà davvero importante».

Di «gratitudine al Papa per questa chiamata» par­la Marco Masi, presidente nazionale della Cdo- Fe­derazione opere educative ( Cdo-Foe). «C’è grande aspettativa per quello che ci dirà e un entusiasmo enorme per questo incontro». E vi è anche soddi­sfazione per «il cammino svolto in questi mesi e per l’attenzione posta sulla scuola. Contento – aggiunge – perché si è parlato di tutta la scuola, senza di­stinzioni. Si è lavorato perché l’educazione diven­ti il tema centrale del Paese. E il cammino deve con­tinuare e non potrà prescindere certo da ciò che il Papa ci dirà».

«La nostra presenza – spiegano all’unisono Flavio Venturi presidente nazionale della Confederazio­ne dei centri di formazione professionale cattolici ( Confap) e Paola Vacchina presidente nazionale della federazione degli enti di formazione profes­sionale ( Forma ) – sarà l’occasione per dare voce a quegli operatori ed educatori che spendono com­petenze e vita professionale al fianco dei ragazzi che hanno meno opportunità. Un lavoro che spes­so aiuta questi ragazzi a ritrovare fiducia e motiva­zioni. Un compito che svolgiamo come educatori e come cristiani». Positivo il giudizio sul cammino compiuto, ma «siamo già proiettati verso altri ap­puntamenti che vogliono porsi in continuità con quanto fatto finora, come ad esempio il convegno di Salerno (24-26 ottobre) in cui si parlerà di pre­carietà e speranza». 

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