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 Progetto Culturale - Punto di vista - Il coraggio della pace 

n° 140 - 12 giugno 2014

Il coraggio della pace

 

Per capire la questione    

 

Un momento storico, un’immagine indelebile: l’incontro di preghiera in Vaticano con Francesco e i presidenti israeliano e palestinese, Shimon Peres e Mahmoud Abbas, alla presenza del Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo I e del custode di Terra Santa padre Pizzaballa. Le invocazioni sono risuonate in lingue diverse, ma tutte rivolte alla richiesta di pace in Medio Oriente. Dopo i discorsi di Francesco e dei due presidenti, è seguito l’incontro privato. Chiedo a tutte le persone di buona volontà - aveva scritto il Papa - di unirsi a noi nella preghiera per la pace in Medio Oriente.
La forza della preghiera per arrivare alla pace in Medio Oriente, e questa forza si è elevata da un piccolo angolo dei Giardini Vaticani, dove Francesco, Shimon Peres e Mahmoud Abbas hanno pregato l’uno accanto all’altro. Tre diversi momenti di grande emozione per ringraziare Dio della Creazione, per chiedere perdono, per invocare la pace, preceduti dagli abbracci tra il Papa e i due leader e tra gli stessi Peres e Abbas, alla presenza del Patriarca Bartolomeo I.  Pace fra i popoli, hanno ripetuto ebrei, cristiani e musulmani, nelle loro preghiere, pace in Terra Santa hanno detto nei loro discorsi il Papa e i due presidenti.
“Spero che questo incontro sia un cammino alla ricerca di ciò che unisce, per superare ciò che divide” - ha detto Francesco - un incontro “accompagnato dalla preghiera di tantissime persone”, di religioni, culture e patrie diverse, ma che hanno pregato per un momento che, ha aggiunto Papa Francesco, “risponde all’ardente desiderio di quanti anelano alla pace e sognano un  mondo dove gli uomini e le donne possano vivere da fratelli e non da avversari o da nemici”: “Signori Presidenti, il mondo è un’eredità che abbiamo ricevuto dai nostri antenati, è vero, ma è anche un prestito dei nostri figli: figli che sono stanchi e sfiniti dai conflitti e desiderosi di raggiungere l’alba della pace; figli che ci chiedono di abbattere i muri dell’inimicizia e di percorrere la strada del dialogo e della pace perché l’amore e l’amicizia trionfino”.
“Per fare la pace ci vuole coraggio, molto di più che per fare la guerra. Ci vuole coraggio per dire sì all’incontro e  no allo scontro; sì al dialogo e no alla violenza; sì al negoziato e no alle ostilità; sì al rispetto dei patti e no alle provocazioni; sì alla sincerità e no alla doppiezza. Per tutto questo ci vuole coraggio, grande forza d’animo”.
 

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