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 Progetto Culturale - Punto di vista - Unioni civili, un testo che non convince 

n° 173 - 1 aprile 2015

Unioni civili, un testo che non convince

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Per capire la questione     

Il disegno di legge Cirinnà sulle unioni civili «non convince» i vescovi. Specie nella parte in cui «tratta le unioni tra le persone dello stesso sesso in senso matrimoniale». Il dissenso rispetto al testo sul quale il Parlamento dovrà discutere è stato espresso ieri dal segretario generale della Cei, monsignor Nunzio Galantino, nella conferenza stampa sui lavori del Consiglio permanente, in cui sono emersi anche altri argomenti: contrasto alla teoria del gender, lotta alla pedofilia, prossimo Sinodo sulla famiglia e cremazione.
Quanto al ddl Cirinnà, il vescovo, dopo aver ricordato che è l’ennesimo tentativo «per fare una forzatura, equiparando tra loro realtà diverse attraverso l’uso ideologico di elementi giuridici», ha detto: «Si tratta di lavorare perché questa proposta non vada avanti. Ci sono alcuni particolari che non convincono». E alla richiesta di specificarli, ha aggiunto: «Si tratta di non confondere il doveroso rispetto dei diritti con l’appiattimento di realtà che storicamente, culturalmente e antropologicamente sono diverse tra loro».
Anche sulla questione affine dell’ideologia del gender, Galantino ha ribadito con chiarezza la sua inaccettabilità da parte della Chiesa. Ricordando le recenti dichiarazioni del Papa e quanto aveva detto il cardinale presidente della Cei, Angelo Bagnasco, nella prolusione di lunedì, il segretario generale ha sottolineato (come del resto è scritto nel comunicato finale dei lavori che Avvenire pubblica integralmente) che «l’attenzione e la convinta adesione dei vescovi sono andate anche all’educazione, con l’avvertenza a contrastare l’ideologia del gender ». «La Chiesa italiana – ha detto il presule durante un vivace botta e risposta con alcuni dei suoi interlocutori – intende fare la sua parte di fronte alla pericolosità della colonizzazione ideologica del gender nelle scuole italiane». E la sta già facendo, a partire da una attenta azione culturale, dato che «non c’è solo la mobilitazione di piazza, ma anche e soprattutto quella delle coscienze». Del resto «non è un caso – ha fatto notare Galantino – che chi ha voluto far passare certe idee ha cominciato a introdurre in maniera scorretta e surrettizia dei testi nella scuola. Devono essere gramsciani buoni – ha aggiunto con una punta di ironia – perché sono andati nelle scuole, non in piazza, con la scusa di combattere il bullismo e cose del genere. Ora, sul combattere queste devianze siamo tutti d’accordo, ma rimane l’azione surrettizia e scorretta compiuta senza interpellare i genitori». La Cei comunque non è stata a guardare. «Se questo piano è parzialmente fallito (i testi sono stati ritirati o in qualche caso nascosti), è anche merito della reazione dei vescovi». È necessario dunque continuare su questa strada e «formare persone e docenti capaci di rispondere con la testa a certi tipi di problemi».
Più in generale, ha affermato ancora il segretario della Cei, casi come quelli del gender e del ddl Cirinnà fanno comprendere che «non si può andare avanti solo in base alla pressione delle lobby. Occorre sentire cosa dice la gente. Altrimenti ci sarà un momento in cui le famiglie con un padre, una madre e dei figli dovranno chiedere scusa di esistere ». E a proposito di famiglia, a una domanda sul prossimo Sinodo, il vescovo ha risposto che il tema della comunione ai divorziati risposati non è quello «fondamentale» dell’assise, che dovrà invece «far riscoprire la bellezza della realtà familiare». Alla Cei sono pervenute le risposte ai questionari distribuiti nelle diocesi e «i dati sono in fase di elaborazione », ha sottolineato Galantino. Quanto alla diocesi di Bolzano che si è espressa con posizioni molto innovative su questo come su altri temi (celibato dei preti e diaconato alla donne, ad esempio), il segretario della Cei ha spiegato che si tratta del dibattito scaturito dal sinodo diocesano: «Grazie a Dio non siamo in una dittatura. Ma questo non significa che la diocesi di Bolzano poi possa andarsene per conto suo». Infine il vescovo ha ricordato che presto saranno pronte nuove indicazioni pastorali sulla cremazione. «Ma quest’ultima non deve essere espressione chiara del rifiuto della resurrezione ». E per quanto riguarda la lotta alla pedofilia verrà varata una Commissione Cei per la tutela dei minori, in ottemperanza a quanto chiesto dal Papa alle Conferenze episcopali. Tra i suoi membri potrebbero esserci anche uno o più rappresentanti delle vittime. E comunque, ha concluso Galantino, «sfido chiunque a dimostrare che altre realtà si stiano impegnando quanto la Chiesa su questo tema. Ad esempio, cosa fanno i grandi tour operator per dissuadere dal turismo sessuale?».

Mimmo Muolo
 

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