Progetto Culturale - Forum
Inchiesta sui centri culturali cattolici: attese e richieste
Servizio nazionale per il progetto culturale

1. Raccolta delle informazioni Uno degli aspetti principali del progetto culturale è l’attenzione ai centri culturali cattolici. Cominciando la propria attività, il Servizio nazionale ha inviato nel mese di aprile il documento "Progetto culturale orientato in senso cristiano - Una prima proposta di lavoro" della Presidenza CEI ai centri culturali cattolici operanti in Italia, utilizzando l’elenco redatto dal Pontificio Consiglio della Cultura in collaborazione con la Commissione Episcopale CEI per l’educazione cattolica, la cultura, la scuola e l’università, pubblicato in PAUL POUPARD, I Centri Culturali Cattolici -Idea, esperienza, missione, Città Nuova, Roma 1996. L’opuscolo del Pontificio Consiglio della Cultura (a cui si rinvia per la definizione di centro culturale cattolico) elenca i centri culturali ed i rispettivi indirizzi censiti nel 1994. Volendo realizzare una bancadati più completa ed aggiornata, è stato inviato un questionario a tutti i centri presenti in elenco. Le risposte permettono di compiere una rilevazione dell’incisività di questa presenza sul territorio, di sondare l’accoglienza riservata all’iniziativa del progetto culturale e le attese rispetto al Servizio nazionale. Il questionario è diviso in 5 parti, articolate nel modo seguente. La prima parte riguarda i dati ‘anagrafici’ del centro (denominazione, recapito, regione ecclesiastica, diocesi, natura giuridica, anno di fondazione, telefono, fax, e-mail, numero di collaboratori ed animatori abituali). Questa parte è necessaria per fare un controllo sui dati del centro e per verificarne l’operatività. La seconda parte concerne i collegamenti del centro con eventuali enti ecclesiastici, l’orientamento generale, le aree di interesse prevalenti, le iniziative svolte dal centro, la periodicità delle attività. Nella terza parte si richiedono informazioni sul presidente/responsabile e su un eventuale referente, con i rispettivi recapiti. La quarta parte invita a segnalare al Se rvizio nazionale attese e suggerimenti. La quinta parte è uno spazio in bianco per scrivere altre informazioni sul centro.
 
2. Esame delle diverse realtà Pur tenendo in considerazione i limiti, sia per le modalità di raccolta delle informazioni, che per il numero delle risposte, è possibile però disporre di una serie di informazioni certe relative ad un primo nucleo di centri culturali da cui partire con un lavoro che dovrà portare al coinvolgimento anche di altre realtà. Vengono qui riprodotti alcuni dati ritenuti significativi per avere un quadro della situazione che emerge dalla lettura dei questionari. Altri elementi di analisi verranno utilizzati nella fase di costruzione di una mappatura territoriale e nella fase di contatto diretto delle singole esperienze, secondo il programma di lavoro del Servizio nazionale. Su 584 centri contattati hanno risposto 196 centri a cui vanno aggiunti: - 14 centri di cui l’indirizzo risulta sconosciuto; - 1 centro che è stato sciolto; - 2 centri che non corrispondono alle caratteristiche dei centri culturali. Nelle regioni ecclesiastiche del Nord hanno risposto rispettivamente: - Piemonte-V.Aosta 13 - Liguria 8 - Lombardia 46 - Triveneto 31 - Emilia-Romagna 25 TOTALE 123 Nelle regioni ecclesiastiche del Centro: - Toscana 16 - Marche 8 - Umbria 4 - Lazio 14 - Abruzzo-Molise 6 TOTALE 48 Nel Sud e nelle Isole: - Campania 8 - Basilicata 0 - Calabria 6 - Puglia 7 - Sicilia 3 - Sardegna 1 TOTALE 25 Sono prevalenti i centri di piccole dimensioni: - n. 103 centri dichiarano un numero di collaboratori che oscilla tra le 0 e le 10 unità; - n. 45 centri dichiarano un numero di collaboratori che oscilla tra le 11 e le 20 unità; - n. 13 centri dichiarano un numero di collaboratori che oscilla tra le 21 e le 30 unità; - n. 4 centri di chiarano un numero di collaboratori che oscilla tra le 31 e le 40 unità; - n. 3 centri dichiarano un numero di collaboratori che oscilla tra le 41 e le 50 unità; - n. 12 centri dichiarano un numero di collaboratori che supera le 50 unità; - n. 13 centri non hanno dato risposta. Va comunque notato che la definizione di "collaboratore" è stata diversamente interpretata e la stessa formulazione del questionario lasciava spazio a tali interpretazioni. Sembrano significativi i rapporti con altre realtà culturali, quali università, fondazioni, associazioni, movimenti, musei, biblioteche, ma emerge chiaramente il collegamento con la comunità ecclesiale: 134 centri hanno dichiarato esplicitamente rapporti con la diocesi ed almeno 15 centri sono espressione diretta di ordini religiosi. L’orientamento prevalente è quello sociopolitico (46 centri), seguono l’artistico (31), il teologico (25), il pedagogico (25), lo scientifico (24). Dichiarano di aver prodotto pubblicazioni n.122 centri. È stato accumulato molto materiale, che potrà essere messo a disposizione.
 
3. Attese e suggerimenti Si riportano le attese prevalenti ed i suggerimenti concreti, questi con il numero posto tra parentesi dei centri che hanno fornito quell’indicazione: è da notare che questa parte del questionario è a risposta aperta. I centri culturali attendono: - la sensibilizzazione della realtà ecclesiale alla dimensione culturale, in quanto spesso si trovano ad operare in modo isolato; - un’attenzione alle diverse tematiche di loro competenza, a partire dalla dottrina sociale della Chiesa; - un sostegno economico, organizzativo e giuridico; - la formazione e l’informazione dei loro operatori; - l’indicazione da parte del Servizio nazionale delle tematiche emergenti per la programmazione della loro attività annuale; - l’attenzione ai centri universitari. Emergono i seguenti suggerimenti al Servizio nazionale: - esercitare un ruolo attivo di raccordo e coordinamento tra i centri, non per un loro appiattimento ma per una valorizzazione delle risorse (51); - mettere in circolazione percorsi di lavoro o "pacchetti" che aiutino i centri ad organizzare lo studio delle diverse tematiche ed anche i momenti pubblici, come corsi, convegni, dibattiti, seminari, mostre (13); - favorire la circolazione di idee, proposte, esperienze tra gli stessi centri attraverso la pubblicazione di un bollettino o foglio di collegamento (10); - attivare una bancadati, cioè una rete informativa sugli esperti di diverse aree con recapiti aggiornati e sugli strumenti di lavoro, a disposizione dei centri (8); - organizzare un convegno annuale dei centri culturali finalizzato allo scambio di esperienze, ma anche alla formazione degli operatori (4); - pubblicare un vademecum per i centri culturali, cioè uno strumento che offra idee per la loro attività (2); - favorire la circolazione di informazioni attraverso la rete informatica (2).
 
4. Prospettive di lavoro Il Servizio nazionale deve rappresentare per i centri culturali cattolici uno strumento di coordinamento nazionale, che sappia suggerire piste di lavoro e sappia favorire l’interazione. A tale scopo, sulla base delle risposte pervenute, si è ritenuto di articolare in tre gruppi i diversi centri culturali cattolici, avendo come criteri gli obiettivi statutari, l’ambito territoriale di riferimento e la tipologia degli interventi. Va subito notato che sulla base di una conoscenza diretta delle diverse realtà sarà possibile precisare meglio la loro collocazione, che in questa prima fase ha dunque carattere di provvisorietà, soprattutto per alcuni casi. Abbiamo dunque introdotto la seguente articolazione: - gli istituti di ricerca, che oltre a dichiarare specifiche finalità di ricerca hanno anche un vasto raggio di azione: verranno valorizzati soprattutto per l’approfondimento delle tematiche di ricerca e di conseguenza per l’elaborazione degli strumenti di divulgazi one; - i centri culturali di elaborazione, cioè quelle realtà culturali che presentano una buo na capacità di coinvolgimento nell’elaborazione culturale su un territorio abbastanza esteso: verranno valorizzati per l’organizzazione di incontri regionali e per sostenere la rete di raccordo; - i centri culturali territoriali, operanti cioè a livello parrocchiale, zonale e diocesano: parteciperanno all’attività di animazione territoriale, insieme agli altri soggetti che verranno coinvolti a diverso titolo. I suggerimenti indicati al paragrafo precedente dovranno essere tradotti in scelte operative con la partecipazione degli stessi centri. Per iniziare vengono individuati i seguenti impegni: - stesura del "sussidio metodologico" del progetto culturale e sperimentazione dei primi strumenti di collegamento e comunicazione; - esame delle tematiche proprie del progetto culturale e loro divulgazione; - realizzazione degli incontri regionali sul tema "Identità nazionale, identità locali, identità cristiana". Per impostare il lavoro, il prossimo 13 novembre si terrà a Roma presso la CEI un incontro tra il Servizio nazionale e gli operatori di alcuni centri culturali che sono stati contattati in questi mesi, in collaborazione con l’Ufficio Nazionale per l’educazione, la scuola e l’università della CEI.
 
Servizio nazionale per il progetto culturale 


Ultimo aggiornamento di questa pagina: 28-SET-11
 

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