Vera e propria «città» fuori le Mura Aureliane, sul suo territorio sorgeva un enorme monastero femminile e i pellegrini trovavano accoglienza nel «Porticus», il porticato con botteghe e case per i poveri lungo il suo percorso.
Una storia sconosciuta fino ad oggi, quella svoltasi tra lVIII e il IX secolo d.C. alla basilica di San Paolo fuori le Mura e che dal primo luglio diverrà patrimonio comune con lapertura al pubblico dellarea archeologica nellOrto dei Monaci.
«Era lanello mancante» nella visita alla monumentale struttura costruita nel IV secolo e dedicata al santo martire: a raccontarlo in conferenza stampa, tenutasi il 27 giugno proprio nella nuova area archeologica, è Lucrezia Spera, del Pontificio Istituto di archeologia cristiana, che, insieme con Giorgio Filippi, dei Musei Vaticani, ha diretto i lavori di ispezione.
«Un lavoro di ricognizione iniziato nel 2007, sollecitato dallallora arciprete della basilica, il cardinale Andrea Cordero Lanza di Montezemolo», che mostrň la necessità di dotare la chiesa del doctor gentium «di una struttura polifunzionale» in risposta alle crescenti esigenze organizzative dellamministrazione e di accoglienza dei pellegrini che arrivavano sempre più numerosi a Roma per le celebrazioni dellAnno Paolino.
Per la sistemazione museale dellarea e il restauro delle strutture murarie ci si è avvalsi della collaborazione della Scuola di specializzazione in Beni architettonici e del paesaggio della Sapienza di Roma, mentre linsieme di tutti i lavori è stato coordinato dal direttore dei Musei Vaticani, Antonio Paolucci.
Lallestimento proporrà al visitatore una ricostruzione del porticato secondo la descrizione che ne fa lo storico Procopio di Cesarea nel VI secolo, che lo definisce come un organismo ininterrotto lungo 14 stadi, cioè tre chilometri, dalle Mura Aureliane fino al tempio dellapostolo.
(Notizia tratta da "Romasette.it", articolo di Mariaelena Finessi)